martedì 21 maggio 2013

Da Bukhara al Turkmenistan

Bukhara 21/05/2013. Sveglia presto perché abbiamo un sacco di chilometri da fare e i tempi di attraversamento della frontiera sono incogniti.
Per poter dormire un po' di più abbiamo deciso di saltare la colazione, e Madina, la signora che gestisce il B&B molto gentilmente ci fa trovare un sacchetto con dei pasticcini. Tosta la signora Madina, ogni giorno va a cercarsi i clienti direttamente in piazza Laybi Hauz tra i turisti che arrivano. E gestisce da sola tutto il b&b di 4 stanze.
Percorriamo in taxi i 110 km che ci separano dal confine con il Turkmenistan. Ilyos, il tassista, è di Olot, la cittadina al confine, e passando per il paese ci tiene a mostrarci la casa che sta costruendo, grazie ai risparmi accumulati in tanti anni di lavoro da emigrante in fabbrica in Corea del Sud.
Passiamo praticamente tutta la mattinata per sbrigare le pratiche di frontiera. Lato uzbeko, una volta arrivati all'ultimo varco la guardia ci rimanda indietro perché abbiamo dimenticato di far apporre il timbro sul visto, e perdiamo più di mezz'ora per rifare tutto fa capo.
Lato turkmeno invece il problema è più grave: l'agente di polizia, dopo aver dato un'occhiata ai documenti ce li sbatte sul tavolo e ci intima di andarcene. Niente visto per noi, è inutile cercare di capire il motivo. Alla frontiera parlano solo turkmeno e l'unica parola che continuano a ripetere è "problem". Attimi di panico. Chiediamo di poter chiamare la nostra agenzia turistica ad Ashgabat, ma ci ridono in faccia.
Fortunatamente ad un certo punto riesce a raggiungerci Murat ,la nostra guida, che era bloccato a sua volta dall'altra parte. Dopo lunghe discussioni, innumerevoli timbri e passaggi di inutili carte finalmente riusciamo a ottenere il nostro visto. Che sospiro di sollievo!
Ora che ricordo bene, Boris, il ragazzo incontrato a Tashkent, ci aveva detto che anche lui aveva molti problemi ad ottenere i visti per il Turkmenistan, nonostante il padre fosse turkmeno.
Ora ci aspettano 250 km di strada nel deserto del Karakum, tutta dritta senza nemmeno una curva fino a Merv.
Per fortuna l'auto è un comodo suv Lexus con aria condizionata.
Intanto un vecchio insegue un cammello.

lunedì 20 maggio 2013

Bukhara, la perla dell'Islam

Lo spostamento in auto da Tashkent a Samarcanda è stato traumatico, stavolta da Samarcanda a Bukhara scegliamo il treno. Ovviamente classe economica, siamo così lanciati sul risparmio dei costi che nemmeno ci informiamo del prezzo della prima classe... Ma è troppo tardi, ormai siamo già su un vagone "bestiame" con 35 gradi rilevati dal Tissot T-Touch di Emanuele. Ci ricordiamo delle salviette Fresh&Clean nello zaino, mai hanno dato tanto piacere!
Il treno tarda 15 minuti e alle 15,30 siamo a Bukhara, veniamo come al solito assaliti da tassisti che per un paio di dollari ci porterebbero ovunque, scegliamo di viaggiare in un taxi dove c'è già un ragazzo tra i passeggeri, potrebbe darci informazioni utili sulla città. Si chiama Burat, la sua fidanzata è innamorata di Roma, dov'è stata un paio di giorni in passato per una gara di ballo.
Prendiamo una stanza al B&B "Madina e Ilyos", Madina è un po' scorbutica ma la stanza è grande e piuttosto pulita, e soprattutto economica.
Bukhara ha un centro storico tuttora abitato e che non è cambiato molto negli ultimi secoli, è piacevole gironzolare nel labirinto di stradine e scoprire decine di madrase e moschee...
Per una rapida visita guidata assoldiamo Habiba, due ore di pessimo inglese (solo Antonio avrebbe potuto fare peggio) che però sono utili per orientarci in città. Il governo ha investito molto denaro nei restauri lasciando però intatta la sensazione di muoversi in un'epoca diversa, siamo lontani dalla contemporaneità.
Il minareto Kalon appare all'improvviso girando per la moschea Kalon, è straordinariamente alto e decorato, si rimane per minuti a fissarlo e ammirarti. Torneremo poi più tardi a guardarlo con le luci della sera su suggerimento di Habiba. La madrasa Mir-i-Arab è ancora funzionante, non si può entrare ma dall'esterno si vedono le stanzette degli studenti, vedremo uno di loro uscire

venerdì 17 maggio 2013

"Corri cavallo corri ti prego fino a Samarcanda io ti guiderò"

Samarcanda!
"Tutto ciò che ho udito di Samarcanda è vero, tranne il fatto che è più bella di quanto immaginassi" (Alessandro Magno): anche noi come il condottiero macedone avevamo aspettative altissime e nessuna di queste è stata disattesa!
Compresa l'aspettativa di sentirci male: per non rifiutare un pezzetto di formaggio in un bazar Emanuele starà a letto quasi un giorno intero per un'intossicazione alimentare, con febbre e dolori di stomaco.
Samarcanda è una città meravigliosa dove tutto ció che è stato costruito è stato fatto con un solo scopo: stupire!
I monumenti della città sono piuttosto vicini ma fa caldo e ci chiedono appena 1-2 euro per gli spostamenti, ne approfittiamo... Basta alzare la mano e qualsiasi auto per strada si ferma, ci chiede dove andare e ci dice un prezzo, noi rilanciamo con la metà e solitamente chiudiamo a 3/4 della prima richiesta. La guida che ci accompagna è Akbar, un tagiko di 65 anni, distinto e simpatico, impareremo la differenza tra i tajiki (dai lineamenti caucasici) e gli uzbeki (lineamenti mongoli). Iniziamo la visita dalla Shah-I-Zinda (il viale delle tombe), importante meta di pellegrinaggi per i musulmani in quanto qui è seppellito Qusam, un cugino di Maometto; proseguiamo poi per l'osservatorio di Ulugh-Bek, il re-astronomo che catalogò quasi 1200 stelle già nel 1430, per poi visitare la moschea di Bibi Khanym, la gigantesca moschea fatta costruire da Tamerlano per la sua prima moglie. Ma Samarcanda è soprattutto il Registan: tre maestose ed imponenti madrase che affacciano sulla stessa piazza, una delle più belle al mondo! Cambiamo i dollari in Sum al cambio nero, per strada, solo 50 dollari perché quando la scorsa volta abbiamo ingenuamente cambiato 100 dollari siamo dovuti tornare al B&B per lasciare metà dei soldi: erano praticamente una busta piena di banconote che non stavano nel marsupio! I biglietti per musei e mausolei per gli uzbeki costano quasi 1/10 del prezzo per gli stranieri e questo fa sì che i monumenti sono visitati da tantissimi uzbeki, che solo da un ventennio son liberi di spostarsi, visitare, conoscere il loro paese... Ci son tanti gruppi di donne di 50-60 anni, avvolte in abiti coloratissimi ed eleganti, sono contentissime di farsi fotografare insieme a noi, qualcuna è tanto intraprendente da poggiarmi addirittura una mano sulla spalla! Tra le risate delle altre che fingono scandalo per la 'trasgressione'. Sono lontanissime dalla freddezza sovietica e dal fondamentalismo islamico, sono sorridenti nei loro denti d'oro e simpatiche, forse i colori dei loro abiti contagiano il loro umore. Nel mausoleo di Amir Timur visitiamo le tombe di Tamerlano e del nipote Ulugh-Bek, la caratteristica cupola azzurra e scanalata è stupenda, l'interno é ricco di decorazioni in oro che riproducono frasi del Corano. Tamerlano fu il più grande condottiero asiatico dopo Gengis Khan e fece di Samarcanda la capitale del suo vasto impero, dalla Turchia alla Cina.
Torniamo al B&B per una doccia, siamo nella città vecchia, un labirinto di viuzze e cortili dove qualcuno ci invita a mangiare per pochi dollari dei profumatissimi shashlik (spiedini di carne di montone).
Il giorno seguente a Yulia diamo appuntamento al Registan alle 10, arriveremo ovviamente in ritardo, finora tutte le persone conosciute su couchsurfing si sono rivelate amichevoli e gentili; anche Yulia ha voglia di conoscere e parlare con stranieri provenienti dal resto del mondo, ci accompagna ad una fabbrica di carta di Samarcanda, una deliziosa casa di campagna accanto ad un fiume dove producono carta partendo dalla corteccia del gelso, allo stesso modo da secoli. Ci fanno provare, sapevamo che la carta si facesse con il legno ma non avevamo mai visto come, sembra quasi facile... il piccolo bazar accanto è un paradiso per donne: decine di oggetti in carta, dai segnalibro alle cartoline, alle borsette, fatti da loro e dipinti a mano nel cortile esterno... Stanno girando un video promozionale e ci chiedono di partecipare, il nostro ruolo consiste nel rispondere "buongiorno" ad una ragazza che ci passa davanti per poi tornare a sorseggiare il nostro the, fingendo di parlare di altro. Nel pomeriggio Yulia ritorna con Ian, un canadese che vive a Rio de Janeiro ma che per lavoro gira il mondo... Non abbiamo ben capito cosa faccia, ma sembra un figlio di papà con tanti soldi che sta visitando tutti i paesi del mondo, finora è stato in 126 nazioni! Beato lui! Però è simpatico, con lui andiamo ad una degustazione di (pessimo) vino uzbeko (che però sembra piacere tanto ad un gruppo di cinesi che abbiamo incontrato qui) e a cena in una chaikana (una casa da the); poi in un bar per una birra e per salutarci, qui Ian si lancia al pianoforte per conquistare la bella Yulia ma crediamo avrebbe fatto meglio a starsene fermo... Si giustificherà poi dicendo che non suonava da molti tempo... Ma Yulia ormai è cotta, parla un paio di toni più alti ed arrossisce, domani si rivedranno alle 12, quando ormai noi saremo già sul treno per Bukhara: la perla dell'Islam!

mercoledì 15 maggio 2013

Verso Samarcanda

In taxi collettivo verso Samarcanda. 400km in 5 su una vecchia Daewoo senza aria condizionata, col signore affianco ad Antonio che emana un forte odore di sudore.
Data l'età dei passeggeri è molto difficile comunicare, solo tanti sorrisi dai denti d'oro.
Arrivati in hotel, Antonio si accorge di aver lasciato lo zaino in macchina!
Niente paura, dopo qualche ora il tassista si presenta in hotel riportandoglielo. Quanta onestà!

martedì 14 maggio 2013

Amici a Tashkent

Serate con gli amici conosciuti tramite couchsourfing. Azam, Aziz, Ahkmed, Boris, Dimitri e altri con nomi impronunciabili.

Bazar Chorsu

Qualche altra foto del bazar Chorsu

Un giro per la capitale

In giro per Tashkent con Azam e Aziz (conosciuti tramite couchsurfing.com), stamattina visita al bazar Chorsu, il mercato agricolo più famoso della capitale, dai colori, sapori e odori inebrianti, decine di spezie coloratissime esposte per catturare attenzione ed acquirenti. Poi una visita alla bella Medressa di Kulkedash, scuola coranica ancora funzionante, e alla vicina moschea Juma. A pranzo abbiamo finalmente assaggiato il piatto nazionale uzbeko: il plov! Cioè un riso servito con carne di montone, ceci, carote gialle e uova, davvero una prelibatezza! Viene cotto in contenitori da 300/400 kg scaldati con la legna e girati, mentre cuoce, con una pala. Nel pomeriggio visita alla Khast Imom, la città vecchia, dove risiete il Gran Mufti delll'uzbekistan, e al Museo Moye Mubarek, dove è conservato il più antico Corano al mondo: il Corano Osman, un enorme tomo ricoperto di pelle di daino. Ora relax in stanza mangiando fragole...
























lunedì 13 maggio 2013

Cambio

50€ in valuta locale (Som uzbeki), in banconote di taglio maggiore possibile.

Si parte!

Comunisti riciclati

Scriveva Tiziano Terzani nel suo libro "Buonanotte Signor Lenin", scritto nel 1992, subito dopo la caduta del comunismo sovietico:  «Il progetto dei comunisti riciclati è chiaro: un regime politicamente totalitario con un'economia liberale; il sogno di tanti paesi in Asia.»
In effetti quella di diventare dittature "liberali" è stata la sorte di tanti stati dell'ex Unione Sovietica, in particolare qui nel centro dell'Asia.
Così è per l'Uzbekistan, e ancora di più per il Turkmenistan.